♦Le foto sono visibili a tutto schermo passando col mouse sulle stesse♦

 

Con grande piacere mi accingo a presentare la mostra fotografica di un caro amico che raccoglie tutta la mia stima e la mia ammirazione per le perfette immagini corredate da una notevole tecnica fotografica e di  post produzione, che puntualmente di volta in volta ci regala. Le  sue foto donano sempre qualche cosa, per le tematiche che toccano e per il taglio curato e  certamente significativo che le caratterizzano.
Claudio presenta una realtà viva, emozionante;  la particolare tecnica da lui utilizzata magistralmente, lascia estasiato l'osservatore, catturandone immediatamente l'attenzione, la curiosità di cogliere il particolare.
Fotogrammi tecnicamente ineccepibili, che sono una vera delizia per l'occhio, opere che non presentano mai sbavature di nessun tipo, sempre di elevatissima qualità, sia tecnica che tematica.

Paolo Rafficoni

Un obiettivo che "buca", che si apre un varco tra i fasti, il porfido violaceo, rossiccio, grigio, tra i marmi eburnei di statue che sfidano il tempo statiche, irremovibili e poi eccolo dirigersi verso ciò che sta in ombra e all'ombra di tutto questo: scatti di vita quotidiana a colorare sentimenti e spunti che inducono alla riflessione. La zoomata, oltre alla capacità e alla professionalità di Claudio Capobianchi, ci offre l'opportunità di considerare i testi didascalici di Manuela Verbasi: particolari che colpiscono,
come quella Piazza improvvisamente o improbabilmente deserta, dove gli unici personaggi visibili sono i sentimenti, lo stato di più completa indigenza, accostato ad una tecnologia e ad una modernità che con esso stride, sognare di "tappeti di velluto" quando anche la luna è indifferente e la compagna di vita è una bottiglia o, ancora, con le spalle al muro, osservare un percorso lastricato da un mare di vetro nel quale sono affogate le speranze e le possibilità di riemergerne, salvo gioire per il tintinnìo di qualche moneta in tasca che regali una parvenza di decorosa dignità ancora possibile. Parole che scalfiscono, lasciano il segno rendendo ancora più incisive le immagini alle quali si accompagnano rendendole inscindibili e completandole fino a creare un tutt'uno armonioso e superbo. Grazie a Claudio Capobianchi per queste immagini che evidenziano l'altra angolazione, quella che possiamo osservare al di là di un solido muro di barriere architettoniche e mentali e un ringraziamento a Manuela Verbasi, della quale conosciamo ed apprezziamo i sentimenti e la capacità di sintesi che riesce a donarci, condividendo con tutti noi quanto riesce ad estrapolare da ciò che, ne sono certa, era nell'intendimento di Claudio. Ancora una perla che abbiamo la gioia e l'onore di aggiungere alle pagine di Frammenti di Rosso Venexiano. Grazie!

Giulia Luigia Tatti



 

 

Abbraccio il pensiero d'amarti per sempre
[e solo amore chiedo]
e solo amore vedo

 

 

Curvo la schiena e tendo il collo
a raggiungerti di baci la bocca innamorata

Srotolo e rotolo nei sospiri ciliegia
tra spicchi di labbra addolcite

 

 

Strada di stelle
tappeto di velluto
dorme la luna

Fra cuscini di sogno
il tempo rallentato

 

 

Allagando il mio cielo
di lacrime azzurre
rifletto
la mancanza di te
in un mare di vetro

 

 

S'addensano le nuvole e mi rattristo,
ma oggi non voglio
 [o non posso],
vivo la gioia del momento finché dura...
la tristezza la lascio a domani.

 

 

Fra i passi blu cobalto e oro
senti il ritorno del respiro
senza lacrime siediti...
è così breve il nostro tempo.

 

 

Rincorrono le mani
spezzati sospiri
sciogliendone il ritmo.
Stessa la pelle...
Il respiro, si.

 

 

Trapasso i sensi ed inseguo il tempo
immeritevole io d'un mondo d'ossa
che si diramano stanche e attorcigliano
luttuose nuvole nere nei giorni fradici.

 

 

Ogni stagione muore
tra soffi d'aria in viso.
Stordisce l’orizzonte
la traccia che ha scolpito.

[continua a singhiozzare
una manciata di spiccioli]

 

 

Sera gelosa avvolse
sull'estate tra le mani
l’ombra delle spighe

Seppero i tuoi occhi
legarmi ai fianchi dell'alba

 

 

Sono nell’orma di ogni tuo passo che a me viene.
Sono sussulto e sussurro, dolcezza e carezza,
sono riflesso di te,
specchio d’acqua o solo goccia d’infinito
e sudore sulla fronte

 

 

Imbronciando bersagli di carta,
un cuore liquirizia stride
d'un ricordo mascherato.
L'ultimo fiorire luccica il sogno,
rattoppato e presuntuoso diamante.

 

 

lucidità di labbra che riflettono fasci di baci
feriti da minuti rubati nei giochi di corsa
tra un treno e un addio.

 

 

Ha un paio di scarpe da corsa
irriverente la mia trasparenza,
sfumatura pervinca quando rifuggo
dal diluvio universale, e dai lividi di te,
libro sfogliato senz'ordine apparente

 

 

E’ gioco d’appartenenza, è sentimento…
è solo che ti amo e mi sei nella pelle...
è sostegno e vicinanza, pensiero, accortezza…
è che non voglio perdermi né perderti.

 

 

 

-Associazione Salotto Culturale Rosso Venexiano
-Direttore di Frammenti: Manuela Verbasi
-Supervisione: Paolo Rafficoni
-Foto di Claudio Capobianchi
-Parole di Manuela Verbasi
-Recensioni: Paolo Rafficoni e Giulia Luigia Tatti
-Editing: Manuela Verbasi, Alexis, Emy Coratti
-tutti i diritti riservati agli autori, vietato l'utilizzo e la riproduzione di testi e foto se non autorizzati per iscritto